Questo non è amore
25 novembre. Giornata contro la violenza sulle donne.
Questa giornata esiste da più di 60 anni, e nasce proprio per ricordare tre donne, tre sorelle, tre attiviste che sono morte, brutalmente assassinate da mandanti di un dittatore uomo che aveva represso qualunque forma di opposizione alla sua autorità nella Repubblica Domenicana.
Queste tre coraggiose donne si sono ribellate, hanno espresso il loro pensiero, e cosa ne hanno avuto in cambio? Sono state uccise.
Il problema fondamentale è che la violenza contro le donne è un fenomeno ancora oggi estremamente diffuso. L’importanza di noi donne nella società sarà pur cambiata sulla carta: possiamo lavorare, studiare con gli uomini, avere le loro stesse possibilità; l’art. 3 della nostra Costituzione lo afferma chiaramente e si impegna affinché l’uguaglianza dei cittadini sia non solo formale, ma sostanziale. Eppure la nostra differenza rispetto agli uomini rimane radicata nei pregiudizi della gente. Ci sono persone di tutte le età che non credono davvero nelle capacità della donna, e continuano a trattarla come se non fosse all’altezza o capace di svolgere compiti particolari, complessi o che richiedono ingegno o razionalità.
Ogni mattina, al telegiornale, si sente parlare di un caso di violenza. Il nostro paese è un cimitero di donne, uccise da uomini che dicono di amarle. Donne che vengono uccise ogni giorno nel nostro Paese, spesso da ex fidanzati o mariti che non accettano la fine di una relazione.
E ogni volta che si sente un nuovo caso di sparizione, noi donne lo sappiamo: non verrà trovato altro se non il suo corpo, senza vita.
Il pensiero non può che correre a Giulia, Giulia Cecchettin, che è stata uccisa brutalmente dal suo fidanzato. Sarebbe potuta essere chiunque di noi; io, le mie compagne di classe, una compagna di scuola, mia cugina, tua sorella. La cosa più sconvolgente a mio avviso è che lui non accettasse che una ragazza riuscisse a realizzarsi e un ragazzo, maschio, un uomo che per convenzione “deve realizzarsi”, non avesse raggiunto gli stessi traguardi.
E dopo di lei almeno altre due donne sono state uccise in poco tempo. Che mondo è questo per noi giovani ragazze, terrorizzate all’idea di vivere da sole in una grande città, di vivere serenamente le nostre relazioni sentimentali con uomini che possono rivelarsi i nostri carnefici.
C’è da dire che anche noi sbagliamo: molte donne subiscono violenze ogni giorno, dal marito, fidanzato, fratello, padre, senza avere il coraggio di denunciare: la violenza non è solo fisica, non è limitata a calci e pugni: violenza è la paura di parlare, è sentirsi dare della stupida, è il vedersi privare della libertà di vivere, sbagliare, cadere e rialzarsi da sole; è il catcalling, sono le offese, il body shaming, le denigrazioni.
Tutto ciò che fa soffrire è violenza.
Sono state tante le donne uccise solo quest’anno.
Martina. Oriana. Teresa. Alina. Yana. Melina. Santa.
Giulia.
Questi sono solo alcuni dei nomi delle donne italiane che hanno prematuramente perso la vita: non sappiamo chi sarà la prossima vittima e questo fa tanta paura.
Ma qualcosa deve cambiare. Io, come penso tutte le ragazze, sono stanca di ascoltare impotente queste notizie, di pensare che donne come me, ogni giorno, subiscono la supremazia ingiustificata di un uomo violento. Mettiamoci un punto, facciamo in modo che qualcosa cambi.
FACCIAMO RUMORE!!!
(in allegato l'opuscolo della Polizia di Stato "Questo non è amore")
Pubblicato il 01-12-2023