Don Luigi Ciotti al "Trinchese" di Martano


Don Luigi Ciotti al "Trinchese" di Martano chiude gli incontri sulla Legalità 2018

 

Grande emozione all’I.I.S.S. Salvatore Trinchese di Martano che ha ospitato venerdì 25 maggio Don Luigi Ciotti, sacerdote di frontiera, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, associazione dei familiari delle vittime delle mafie. Ancora una volta Don Luigi è stato presente in prima linea in una scuola, convinto, come più volte ha dichiarato, che essa “non possa essere lasciata sola nell’educare i ragazzi alla legalità, ma occorra un piano di intervento fondato sull’incontro degli studenti con i soggetti istituzionali: magistrati, prefetti, questori, carabinieri, oltre a intellettuali e imprenditori che possano rappresentare punti di riferimento e modelli per non perdere la strada maestra”. Dello stesso avviso la Preside del Trinchese Alieta Sciolti, che ha voluto e fortemente sostenuto il progetto sulla Legalità, un percorso pluriennale portato avanti dal Trinchese già da 3 anni.

L’incontro con Don Ciotti, infatti, è stato per i ragazzi l’ennesima occasione di confronto con chi la mafia la conosce bene e la combatte senza risparmiarsi. Gli studenti, quest’anno, hanno incontrando rappresentanti di Libera, hanno riflettuto sull’importanza di associare i nomi alle vittime di mafia perché dietro ognuno di essi vi è stata una persona, con la sua storia, i suoi affetti, i suoi ideali irrinunciabili. Nel secondo appuntamento con la legalità gli alunni hanno conosciuto il magistrato Cataldo Motta, uomo che ha piegato la SCU in un periodo in cui sferrava ogni giorno i suoi colpi insidiosi, uscendo vincitore da ogni battaglia ma convinto, purtroppo, che la guerra alle mafie non avrà mai fine. Il percorso sulla legalità ha previsto anche l’incontro con il Presidente del Tribunale Amministrativo di Lecce, Dott. Antonio Pasca, con una riflessione su come le mafie riescano spesso a raggirare le leggi servendosi persino degli stessi strumenti offerti dalla legge. Un modo di fare subdolo difficile da scovare e contrastare. Resterà sempre nel cuore dei trinchesini l'incontro con il testimone di Giustizia Luigi Leonardi, che è tornato al Trinchese per la terza volta e che intesse, ormai da tempo, una fitta rete di comunicazione con i suoi alunni attraverso i social. La sua storia, la sua vita, la sua sofferenza per l'interrotto rapporto con la famiglia d'origine, la sua lotta alla camorra, tutto raccontato con un sorriso, infondono nei nostri figli la speranza che un mondo migliore, sia ancora possibile. L'associazione “L’Orizzonte” di Martano ha dato ai ragazzi la possibilità di conoscere un altro testimone di giustizia, il dott. Tonino Bartuccio, che ha cambiato, per sempre, la propria vita e quella della sua famiglia, per sottrarsi alle “regole della criminalità. “La legalità non è una moda e non è una sfida da portare avanti quando non c’è nulla da perdere, c’è una sola strada da seguire” ha affermato il dottor Bartuccio. E i ragazzi hanno compreso il messaggio perché questi uomini hanno ciò che i mafiosi non avranno mai: la libertà e il sorriso. Un’ulteriore importante opportunità per riflettere sul valore della coerenza e della giustizia quella offerta da Simona Dalla Chiesa che ha presentato il suo libro “Un papà con gli alamari” parlando a un pubblico giovane ma attento del generale Dalla Chiesa e della sua famiglia, negli aspetti più delicati e profondi, mettendo in evidenza che non si nasce eroi ma, partendo dal proprio vissuto, si può fare tanto per far prevalere la giustizia sulle più svariate forme di illegalità. L’incontro con questa donna forte ha lasciato il segno negli studenti che le hanno posto i loro interrogativi protraendo il confronto ben oltre il previsto e ringraziandola, infine, per aver ricordato a tutti che amare vuol dire prima di tutto rispettare se stessi e gli altri.

 

A presiedere l’evento con don Luigi anche il Sindaco di Martano dott. Fabio Tarantino, il Viceprefetto di Lecce dott.ssa Valeria Pastorelli, il Presidente della Provincia di Lecce dott. Antonio Gabellone, l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Otranto Mons. Donato Negro.

Dopo un importante momento di riflessione e condivisione tramite il teatro, la musica e la danza, offerto dagli studenti del Trinchese, che hanno voluto omaggiare il lavoro compiuto dal fondatore di Libera, Don Ciotti ha emozionato la platea di studenti e docenti dando testimonianza della sua lotta alla Mafia e della continua ricerca di giustizia che, ha insistito, non si conquista con il lavoro di uomini solitari, ma della collettività. Ha invitato quindi a ricercare il cambiamento in sé stessi prima che nella società, ponendo l’attenzione sull’importanza “dell’opera quotidiana di cittadini responsabili, capaci di tradurre la domanda di cambiamento in forza di cambiamento, di vivere e non lasciarsi vivere”. Ha sottolineato il valore dell’arte, dello sport sano, della lettura per contrastare l’illegalità, la corruzione, le mafie, in quanto mezzi per risvegliare le coscienze, porgendo domande, dubbi, interrogativi, saldando insieme etica ed estetica, il bene e il bello.

Ha poi ricordato i suoi incontri con Giovanni Falcone, Don Luigi Sturzo, Don Tonino Bello, la cui memoria -ha sottolineato- deve essere viva e tradursi in gesti, non in celebrazioni. Ha invitato i ragazzi a non fidarsi delle notizie “di seconda mano”, a non rimanere in superficie, ma scendere in profondità, porsi interrogativi, non fermandosi allo scambio di informazioni, ma allo “scambio di vite”. Ha rimarcato l’importanza della tutela del bene comune, della ricerca della giustizia tramite l’educazione, l’uguaglianza di diritti, di doveri e opportunità, ma soprattutto l’esigenza di adeguare la lotta alla mafia alla trasformazione che la mafia stessa ha subito negli ultimi 26 anni. Ha concluso affidando ai ragazzi un messaggio: “Le mafie sono forti, la loro forza è la nostra debolezza. Ma non dimenticate che in questi anni si sono fatti tanti passi avanti, tramite il lavoro di tutti gli uomini di giustizia che hanno lottato. Bisogna illuminare il positivo che c’è, sostenendolo, incoraggiandolo, non tramite eroismi, ma tramite coraggio e responsabilità, non restando inerti, passivi e indifferenti di fronte alle violenze. Diventate sovversivi!”.

I ragazzi hanno salutato Don Luigi Ciotti con un lungo e caloroso applauso, forti di una nuova coscienza e consapevolezza del proprio ruolo nella ricerca di un domani migliore.

 

Incontro con Don Ciotti

Pubblicato il 29-05-2018